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Il viceregno toletano, principale artefice della stabilizzazione dei poteri spagnuoli nel Regno di Napoli, offre numerose linee di ricerca non ancora tratteggiate dagli studiosi, in quanto celate nelle pieghe di una burocrazia di per sé "malata" e spesso "sanata" col mezzo di aulici formalismi giuridici (per via de privilegio). Da questo sistema non furono dispensate le zecche ed i loro offitiali. Pertanto, oltre all'analisi di vari aspetti connessi al danaro (circolazione, falsificazione, commercio, zecche regnicole, lineamenti del ius monetandi Aragónum), viene presa in esame la struttura dell'officio di mastro di zecca ed i diritti ad esso legati, al fine di comprendere a quale titolo i politici e gli offitiali dell'epoca potessero ingerirsi nella coniazione monetale. Tale ricostruzione si è potuta realizzare soltanto grazie allo studio incrociato di una significativa mole documentaria. Dunque, si è utilizzata e trascritta una serie di documenti totalmente inedita.