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Come ha fatto la Morte a finire in soffitta? Difficile dirlo, visto che la sua segregazione è stata decretata da diversi fattori: la fretta educativa che porta a semplificare i contenuti, il desiderio di eliminare il dolore, la paura e ogni forma di spiacevolezza che caratterizza i nostri giorni, i messaggi svianti dei media. Purtroppo non abbiamo relegato solo la Morte in soffitta, ma anche la Vita nel suo significato profondo e offriamo ai bambini dei messaggi educativi distorti. Per parlare di Morte, senza trasmettere angoscia, gli adulti devono a loro volta averla superata. La difficoltà non sta nel trovare le parole giuste, ma nell'avere la serenità interiore per cercarle. Solo se si accetta la Morte, come parte integrante della Vita, si può insegnare ad accettarla. Ma per accettare la Morte bisogna accettare la Vita, amarla e perseguirla nella sua pienezza. Ecco perché il libro parla non solo della Morte in senso stretto, ma anche di tutto ciò che svilisce la Vita e la uccide. A conti fatti il libro è un inno alla Vita e un grazie riconoscente per tutti i suoi doni.