Tab Article
Costretta a oscillare fra una stanca retorica dell'umanizzazione e un'astratta logica del ragionamento clinico, la filosofia della medicina stenta a guadagnarsi il proprio prestigio di disciplina autonoma, soprattutto nei confronti di branche ben più accreditate come la bioetica e la filosofia della scienza. Sulla scorta di alcuni scritti di Hans-Georg Gadamer, Hans Jonas e Robert Spaemann, nel presente saggio si propone di sciogliere questo imbarazzo epistemologico ricorrendo a una concezione "neoippocratica" dell'atto medico, in cui le istanze di umanizzazione e le esigenze di rigore scientifico sembrano riconciliate nel celebre detto "medicus curat, natura sanat". Al di là di ogni indebita medicalizzazione dell'esistenza, infatti, l'arte medica saprà mostrare il suo volto umano nella misura in cui, orientandosi non alla manipolazione dell'organismo ma alla sua cura e alla sua guarigione, riscoprirà, nel cuore dell'antica nozione di physis, quell'"armonia nascosta" che, ancora oggi, rappresenta lo scopo e al tempo stesso il limite del suo esercizio.