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Con il d.lgs. 150/2011 il legislatore ha inteso unificare in un microcodice la selva selvaggia di riti esistenti nella legislazione speciale, riconducendoli entro tre modelli, ispirati ai riti "codicistici" del lavoro, sommario e ordinario di cognizione. I vecchi riti defunti, però, sono risuscitati come l'araba fenice sotto le spoglie di ventotto nuovi sottoriti, ognuno con le sue peculiarità e differenze rispetto ai modelli base (già diversi dai corrispondenti codicistici). Sotto altro profilo, poi, il decreto costituisce l'ennesimo capitolo di una convulsa attività riformistica, che ha caratterizzato e caratterizza tuttora la storia della legislazione processuale. L'opera si propone di dare un primo commento organico alla nuova disciplina, evidenziando la criticità e le problematiche sottese a talune scelte del legislatore, sistematiche (e.g., commistione tra procedimenti civili e non, tra giurisdizione contenziosa e volontaria) o particolari.