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Kafka si definisce "tipo particolare" in un lungo frammento, coevo della celebre Lettera al padre. Frammento che solo Bataille ha saputo valorizzare. Il ragazzo (Kafka medesimo) che, la sera, immerso in una storia appassionante, è invitato ad interromperne la lettura e ad andare a letto perché è "tardi", tra sé e sé commenta: il tempo è "infinito"; la vista che la lettura serale può rovinare è anch'essa "infinita"; la notte, sì, la notte è "infinita". Per il ragazzo "appassionato", infatti, non vigono le categorie spazio-temporali: egli continuerebbe a leggere; se non gli spegnessero il gas. E non vigeranno finché egli avrà quello che Kafka chiama il "gusto" per la propria "particolarità".