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Ascoltare la voce del logos per riconsegnarne il suono, la sua flessione vocalica, restituendo valore alla nascita contro la scissione del dualismo orfico: è questo il percorso di Euridice, consegnata alla morte perché la vita non sembrò tanto cara a chi pure l'amava. Non fu infatti il morso della vipera ma il canto suadente di Orfeo a risospingerla negli inferi quando, compiaciuto della propria melodia, decise che è bene fuggire la nascita dei mortali e si voltò a guardarla. Quando Orfeo si volse a guardarla, Euridice vide nel suo volto il segno di una mancanza di ordine, la ferita del dardo di un Apollo oscuro e violento, perché la scissione comporta sempre un dolore che allontana da sé e dal mondo. E dal suo lamento, il canto delle donne pernici ferite da Zeus, la filosofia donna continua a cercare la via per risalire alla decostruzione simbolica del dualismo orfico, per risalire alla luce della terra, madre dei viventi...