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Antitetico e ossimorico, animato dalla costante opposizione fra le tradizionali categorie del sermo, il sistema metaforico petrarchesco rivela sin dalle proprie fondamenta i modelli su cui è stato costruito: le teorie agostiniane circa l'utilità della obscuritas e il concetto di plures sententiae. La principale conseguenza di tale impostazione, che supera le rigide classificazioni della trattatistica classica, tardoantica e medievale, è la sistematica fusione delle diverse categorie retoriche perseguita da Petrarca, il quale, pur consapevole delle specifiche peculiarità di ogni singola figura, tende a sovrapporre metafora e similitudine fino alla paradossale negazione degli stessi opposita originari. Obiettivo del presente studio è dunque ricostruire i meccanismi transuntivi che agiscono all'interno dei "Rerum vulgarium fragmenta", innanzitutto attraverso l'analisi dell'impianto figurativo petrarchesco nelle sue generali strutture: il lavoro si concentra su una serie di nuclei semantici portanti, per soffermarsi infine più dettagliatamente sui topoi e le singole immagini che, secondo i canoni della retorica antica, appaiono caratterizzati da un maggiore livello di improprietas.