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Esponente di spicco di una tendenza aristocratica, che vedeva nella volgarità "un fenomeno sociale inevitabile", Luciano Zuccoli è autore di una vasta opera narrativa, vicina, per temi, scenari e ideologia, a quanto andavano pubblicando, nella prima metà del Novecento, scrittori celebri e acclamati come Pelham Grenville Wodehouse e Evelyn Waugh. Abile nella costruzione delle trame e nel "taglio" dei personaggi, Zuccoli è stato completamente dimenticato dalla storiografia dal secondo dopoguerra in avanti, ma ha influenzato, con i suoi romanzi e le sue novelle, l'opera di Moravia, Buzzati, Chiara e altri noti e fortunati romanzieri italiani. Questa ricerca tematica e stilistica perlustra criticamente l'intera opera zuccoliana mettendo in evidenza il contributo decisivo recato dallo scrittore alla letteratura italiana del Novecento.