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Travolto dal disastro di Caporetto, un giovane medico, ufficiale della Sanità Militare, si trova a condividere e a osservare la drammatica vita dei prigionieri italiani del lager ungherese di Csót bei Papa. Vittima, testimone e scienziato, Amedeo Dalla Volta affida alle pagine qui ripubblicate il resoconto di quella straordinaria esperienza che, in veste di medico militare rimpatriato alla firma dell'armistizio, può approfondire con lo studio della psicologia dei reduci. Questa testimonianza, dopo novant'anni riproposta al pubblico, non è solo la voce originale di uno spettatore interno all'istituzione totale lager, della quale si abbozza una frammentaria fenomenologia. È soprattutto uno dei rari documenti che non rimuove, tra imbarazzi e silenzi, le pagine più controverse della terribile quotidianità vissuta dagli italiani nei campi di prigionia austro-ungheresi e nell'infuocato dopoguerra a seguito del rientro in patria.