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Incomprensibilmente ignorato dalle rassegne storico-critiche sulla narrativa italiana del primo Novecento e noto a pochi solo come autore di una fortunata serie di biografie di italiani illustri, Michele Saponaro (1885-1959) fu autore di romanzi e racconti di grande successo, soprattutto negli anni Venti, distinguendosi per il coraggioso tentativo di fusione tra il romanzo sentimentale di ambiente borghese, nella scia di d'Annunzio e dei suoi seguaci come Lucio d'Ambra, e il dramma di ambiente contadino ispirato all'opera di Verga e della Deledda. Legata in modo inestricabile al ricordo struggente dei colori e degli scenari del natìo Salento la sua opera narrativa indaga quasi ossessivamente alcuni temi centrali (il conflitto tra città e campagna, il mito del ritorno alla terra, l'incesto), di fronte ai quali lo scrittore assume di tanto in tanto un atteggiamento più pittorico che narrativo, sorretto da uno stile letterario di rara e misurata eleganza che ne fa uno dei maestri della prosa del Novecento.