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Un'estetica dell'immanenza costruita sulla diffusa e sfuggente eredità concettuale del bergsonismo e delle avanguardie storiche. È questa l'ipotesi teorica messa alla prova nelle quattro sezioni in cui è suddiviso il volume, dedicate rispettivamente ai concetti chiave della filosofia bergsoniana, all'immagine, alle macchine gesuitiche e delle avanguardie ed alle dislocazioni dei regimi discorsivi introdotte dai cultural studies e dal romanzo del Novecento. Sullo sfondo, l'esercizio di un pensiero dell'immanenza sostenuto da un'interpretazione topologica dell'ontologia del vivente di Bergson. A partire da Bergson, la filosofia diventa infatti una pedagogia della collocazione nell'esperienza vitale, abbandonando l'orizzonte scolastico e proponendosi come terreno di sperimentazione per ogni pratica dell'immanenza.
