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Se, come dice Emil Cioran, la condizione umana è una "caduta nel tempo", la modernità costituisce una seconda caduta, dove l'ordine cosmico e sociale perde quel carattere d'ovvietà che possedeva in precedenti contesti caratterizzati da un mutamento relativamente lento ed impercettibile. La crisi di un mondo nel quale "il giusto ordinamento delle cose era considerato alla stregua di una norma e per ciò stesso considerato degno di fiducia" (Luhmann), pone in primo piano il problema della fiducia stessa come fondamento della convivenza sociale, ponendo, con le parole di Ulrich Beck, ulteriori domande relative a "quali nuove forme di vita emergano dove quelle vecchie si frantumano".