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Obiettivo dell'opera è verificare se il diritto alla protezione dei dati personali sia ascrivibile al novero di quelle libertà fondamentali capaci di imporre vincoli stretti all'accertamento penale. Ancora sfuggono, difatti, gli schemi adatti a regolare un fenomeno insidioso, esaltato dalle potenzialità combinatorie della moderna tecnologia informatica: il procedimento penale in grado di funzionare, dalle prime indagini alla sentenza definitiva, quale meccanismo trasformatore di dati personali raccolti all'esterno, nell'ambito delle molteplici attività amministrative o di relazione sociale, quasi tutte ormai registrate da memorie elettroniche. Contributi di: Marina Paola Addis, Silvia Allegrezza, Stefania Carnevale, Stefano Fratucello, Luca Morassutto, Francesco Bartolo Morelli.