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Nella provincia del Capo di Buona Speranza, Grootmoedersdrift non è certo una fattoria modello quando, negli anni Cinquanta, Jak de Wet vi mette per la prima volta piede per chiedere la mano di Milla Redelinghuys. Tutte le speranze e i sogni di gloria della giovane sono riposti in Jak. È ricco, istruito, attraente, spiritoso. Bastano pochi anni di matrimonio, però, perché Milla si renda conto che Jak non può fare di Grootmoedersdrift quello che generazioni di Redelinghuys hanno desiderato. Ha le mani morbide, è stato educato per diventare un gentiluomo non un agricoltore. Inoltre, è un afrikaner che non sopporta gli hotnot, i "negri". E, tra "gli sguatteri negri", non tollera innanzi tutto Agaat. Agaat compare alla fattoria che è una bambina e Milla la educa e la istruisce con cura per farne una persona che sia pronta a servirla. Agaat la serve, per anni. Un giorno però Milla avverte i primi segni della malattia che paralizza gradualmente ogni parte del corpo fino a togliere la parola. Non vi è alcun riferimento diretto ai fatti sociali e politici che, tra gli anni Cinquanta e Novanta, hanno sconvolto e radicalmente cambiato il Sudafrica, tuttavia nel serrato confronto tra le sue due protagoniste, la padrona e la serva, la donna bianca e quella di colore unite da un legame indissolubile, La via delle donne è, come accade nella grande letteratura, una delle più potenti e illuminanti rappresentazioni della storia di questo paese.