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Padre Alberto è missionario in Cambogia, un paese a stragrande maggioranza buddista, ancora profondamente segnato dal genocidio perpetrato da Pol Pot. I cristiani sono una esigua minoranza; i candidati al sacerdozio e alla vita consacrata si contano sulle dita di una mano. Periodicamente scrive ai propri amici per comunicare ciò che si muove dentro di lui e dare voce a pensieri, idee, sentimenti che sopraggiungono di fronte alla Vita e a quello che man mano gli fa incontrare: persone, storie, letture, eventi. Tutto ciò che entra nell'orizzonte della sua giornata diventa invito a «scendere in profondità e provare a capire chi siamo e che ci facciamo qui». «Spesso, in moto, ne approfitto per pensare, un occhio alla strada e un occhio al Cielo. D'un tratto, in un preciso momento, ieri su quella strada e su quella moto, la mia verginità mi è apparsa come pienezza del desiderio e come suo compimento. Io sto a scuola con questa nostalgia del Suo tutto nel mio niente.» (Prefazione di Davide Rondoni)