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La storia comincia negli anni Settanta, in Trentino. C'è un padre, un uomo rigido, il cui fascismo - apertamente rivendicato - agisce più in termini esistenziali che politici. C'è una madre, apparentemente frivola e distante. C'è un figlio che rifiuta l'insegnamento paterno, si allontana, entra nella lotta armata di matrice comunista; poi se ne distacca e va a lavorare nell'Africa del Nord. Lì si interroga sulle proprie scelte, sulle proprie azioni, sulle radici di scelte e azioni. Sulle battaglie che ha deciso prima di combattere, e poi di abbandonare. Mentre il figlio è in Africa, il padre si ammala di cancro. Un romanzo sull'ambiguità del sentimento eroico, nitido e disilluso, scritto con una lingua asciutta e senza echi.