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L'affetto di una famiglia è la cosa più importante nella vita ... un giorno si era presentato un ragazzo di nome Amir. Amir veniva dal Bangladesh. Lo avevamo già notato quando al semaforo della nostra via vendeva le collanine e i fazzoletti. Passando di fretta, con la macchina, avevamo sempre detto "che strazio questi extracomunitari, non ti lasciano in pace". Amir era giovane, sempre vestito bene e si curava molto, con la sua camicetta bianca. Si presentò, come dicevo, alla porta della piccola impresa di mio marito una mattina che pioveva, a dir poco che neanche un uragano era così spaventoso. Lui invece era completamente asciutto e non aveva bagnati neanche i piedi che erano tra l'altro anche scalzi. Aveva infatti un paio di sandali marroni con il cinturino dietro al calcagno, che da noi, in Italia, si portano al mare. Alberto da un po' di giorni aveva messo un cartello fuori la porta della fabbrica con scritto "Si cerca una persona volenterosa di lavorare per aiutare un padre a sfamare la famiglia". Il cartello di Alberto era stato molto divertente, ma nessuno aveva bussato a quella porta e allora una sera, tornato a casa, si era chiuso nella mansarda per scriverne un altro con il semplice, più banale "Si cerca un falegname"...