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In genere fin da piccoli si "subisce" un'immagine del mondo molto disciplinata e ordinata: un modello di vita pieno di sicurezze e di certezze. Se si rispettano determinate regole tutto va bene, altrimenti si diventa asociali e quindi da condannare (o da curare). Poiché poi si ha il desiderio di capire il mondo che ci circonda, è inevitabile che, ad un certo punto della vita, ci si scontri con questa "dolce e terribile" realtà: diversamente mettere la testa sotto la sabbia, come fa lo struzzo, rappresenterebbe la "non voglia" di affrontare la realtà della vita. L'intento dell'autore è dunque quello di spogliarsi di questa mentalità estremistica - in un senso o nell'altro - e cercare di vedere il mondo sotto i suoi molteplici significati governati, a suo parere, da una sola certezza: la dinamicità e la continua trasformazione, compreso il concetto di morte che non può essere una fine, bensì un momento di trasformazione.