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Subito dopo Salerno, come un cane da fiuto, Tore incominciò a sentire il buon odore della sua terra. Il treno andava senza sbalzi, a velocità sostenuta, e scivolava sui binari con uno sferragliare continuo, quasi monotono. Fuori, la campagna era già nera di ombre e gli alberi e le case non si distinguevano più; solo dietro le alte cime dei monti persisteva un chiarore invernale. Aveva iniziato a piovere e gocce di pioggia si polverizzavano contro i vetri del finestrino...