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"Un plotone di una ventina di soldati ci prelevò, ci mise in riga e, in colonna, uscimmo, scortati, dalla Fortezza da Basso. Ci dirigemmo verso la vicinissima stazione di Santa Maria Novella, sui viali. In quel momento suonò, lacerante, l'allarme. Si udì nitido il ronzio dei caccia cui seguirono secche esplosioni dell'antiaerea. Pezzi da ottantotto millimetri. Sparavano proprio in verticale su di noi a bassa quota. Si udivano sibili minacciosi di schegge di proiettili che si dirigevano verso terra. Firenze non poteva essere bombardata. La città d'arte più famosa del mondo. Sarebbe stato un crimine contro l'umanità...".