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La rivisitazione dei primi ricordi di una donna che, lontana ormai negli anni, immagina di ritrovarsi nella casa della sua infanzia faccia a faccia con la bambina che fu. La narrazione a due voci, in un nido che diventa, come nelle fiabe, anche un magico teatro in cui palpita fraterna l'intera umanità, si dipana attraverso quattordici eventi salienti, non costretti in una sequenza cronologica come nei diari, ma piuttosto lasciandosi cullare da un'analogia "stagionale", da una primavera a un'altra, attraverso estati, autunni e inverni di anni diversi. Ne nasce un dialogo impossibile nella realtà, una surreale intervista - per finta, per gioco - che solo la fantasia ci consente di figurare. Ma dove, se non nell'arte, può trovare conforto la nostalgia delle primizie perdute che accompagna l'umanità fin dalle sue remote origini?