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«Questo romanzo sembra scritto "dopo", ma in realtà è stato scritto durante la (o prima della) definitiva mutazione dell'Italia in soggetto patologico. A dimostrazione di come la letteratura, più della sociologia o della politologia (ammesso che essa esista), sappia cogliere ciò che accade e spesso addirittura intuire ciò che accadrà. L'ultimo rapporto Censis definisce la società italiana (ideologicamente, economicamente, culturalmente, moralmente) una "mucillagine". Il romanzo di Casella tale "mucillagine" la analizza in maniera scientifica come il referto di un check-up... Ora, con la genetica vocazione a delinquere della classe politica italiana (non tutta, ma in parte, e soprattutto ideologicamente "bipartisan"), e data l'ossessiva monotonia con cui essa si è sempre manifestata (mafia e latrocinio, o latrocinio e mafia), una storia così infame e creativa come questa poteva costituire un prezioso suggerimento, una estrosa variante al loro uggioso delinquere. La realtà copia l'arte, diceva Oscar Wilde. Le più recenti imprese dei nostri politici, quelle che fanno cadere i governi e quelle su cui si reggono i governi che sostituiscono quelli caduti, e i loro eroi, non solo si sono ispirati al romanzo di Casella, ma lo hanno letteralmente copiato. Come abbiano fatto, essendo esso ancora inedito, resta un mistero». (dalla Nota di Antonio Tabucchi)