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Sicilia borbonica, secolo XIX. Terra di briganti, artisti, predicatori. Il giovane Sergio, secondogenito del nobile Don Pietro Maria, si ribella alle leggi del maiorascato e a una tradizione che da sempre incatena destini. In nome di un arbitrio moderno e illuminato, troverà la sua strada; ma non senza scotti da pagare. La parabola malinconica di un mondo nobiliare che muore, perché involuto nelle sue stesse ottusità, ma anche il problematico progresso, materiale e spirituale, di un popolo indolente e conservatore. Una vivida riflessione sui modi in cui la storia si fa modernità.