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La "mente patriarcale", che ha retto la nascita e lo sviluppo delle cosiddette "grandi civiltà", si è fatta pericolosamente obsoleta, fino a trasformarsi in un'aberrazione non più sostenibile. Infatti, la nostra pretesa superiorità si appoggia su una sorta di automutilazione psicospirituale, che perpetua la nostra incompletezza esistenziale e ha portato alla eclisse funzionale di circa due terzi del cervello e, con essa, alla generazione di una società malata, fondata su disvalori quali la prepotenza, la forza, il dominio e l'aggressione. Per sopravvivere a questa crisi generalizzata dobbiamo mettere in discussione il concetto stesso che sta alle basi dell'organizzazione psicosociale che regge le nostre istituzioni e forme di vita, l'Ego patriarcale appunto. A questo scopo, Naranjo propone l'adozione di una formula educativa nuova, capace di portare all'armonia e all'equilibrio tra le tre persone intrapsichiche di padre, madre e bambino inferiore, unico rimedio per realizzare la transizione verso una società sana e vitale.