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«A parte gli interrogativi cui fornì una risposta, il merito precipuo di Cook resta quello di aver concepito il viaggio come un problema unitario e globale, nei suoi aspetti nautici, scientifici e umani. Portò al suo mestiere una dedizione assoluta, propria dell'uomo moderno che trova in questo accanimento, in questa regola di vita, la sua porzione di libertà, o di illusione di libertà. Ma la sapeva lunga, e sapeva distinguere la sostanza delle cose dalle vane pretese che la capovolgono. Tale costante lucidità critica emerge spesso nelle sue pagine, e le colora di una equilibratissima ironia. Il suo capolavoro fu certamente il secondo viaggio, che durò tre anni (1772-1775), attraverso gli immensi tratti di mare lasciati inesplorati da navigatori precedenti, e si spinse per ben tre volte oltre il circolo polare antartico, fino a 71° Sud.» (Franco Marenco)