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La spinta della globalizzazione ci pone di fronte a competizioni di elevata complessità, in cui è notevole la mole di informazioni che dobbiamo acquisire e quindi trasformare in un patrimonio di conoscenze utili, e che richiedono un metodo, una chiave indispensabile per uscirne vittoriosi. Il libro di Nicola Barone, che tratta diffusamente del Territorial Knowledge Management, costituisce verifica dei risultati realizzativi che si possono ottenere con l'applicazione del metodo: tra questi il Piano Telematico Calabria e il progetto IUNET, esportabili in altri territori. Lo strumento è particolarmente utile per coloro che guidano e governano lo sviluppo del territorio e può divenire il catalizzatore di idee di sviluppo, certamente presenti nel Mezzogiorno, anche se in forma latente, in cerca di un esempio per trasformarsi in realtà produttive e radicarsi nel patrimonio locale. Il paradigma su cui ci si basa è quello dell'economia della conoscenza che, utilizzando gli strumenti del TKM, innesca, ove non ancora presente, o accelera, ove già avviato, il processo virtuoso di accrescimento degli asset essenziali costituiti dal capitale sociale e territoriale (il capitale intellettuale collettivo che si crea realizzando le cosiddette reti di innovazione - network territoriale). Si tratta di un fondamentale tassello per configurare i territori del Mezzogiorno secondo un modello di learning region che prevede di investire nelle integrazioni locali e internazionali, nell'intercettazione e nel governo delle interazioni tra le varie realtà composite di un territorio e di questo con l'esterno, nelle intelligenze e nei talenti delle persone, nelle innovazioni tecnologiche, sì da trarre benefici dalla pluralità delle culture presenti. [dalla prefazione di Antonio Catricalà]