Tab Article
Nel triangolo di terra compreso tra Molise, Puglia e Campania si è consumato uno dei più sanguinosi scontri tra le truppe del nuovo Stato unitario e i cosiddetti briganti, che difendevano il vecchio regno di Francesco II. Su queste montagne, disseminate di boschi, i rivoltosi («reazionari» per i vincitori) avevano stabilito il loro quartier generale. Da queste alture partivano le incursioni per occupare militarmente i paesi del comprensorio e ristabilire il vecchio ordine borbonico. Qui operavano bande di almeno 400 uomini a cavallo, come quella di Francesco Saverio Basile, alias Pilorusso, o quella del famigerato Michele Caruso di Torremaggiore (FG), nominato "colonnello" dallo stesso re Borbone Lo scontro tra i cosiddetti piemontesi e i briganti fu violentissimo e portò anche a fatti di sangue inenarrabili, come le stragi di Pietrelcina e di Roseto Valfortore da una parte e l'eccidio di Castelvetere in Valfortore dall'altra.