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Il lungo processo della modernità, dallo snodo cinque-seicentesco al Novecento, è segnato da un fenomeno culturale e formale di straordinaria importanza: lo sguardo verso il basso, il prosaico, il quotidiano, anche il più umile e imbrattato di umanità. Sguardo che diventa colmo di meraviglia, di fascinazione, di sublimazione e di nuovo realismo. La tapeinosis, l'abbassamento, non è solo una cifra retorica, ma è un grandioso processo, con il suo retroterra cristiano e classico, che connota la sensibilità occidentale in modo indelebile. Alto e basso si fondono, dall'età di Cervantes a quella di Joyce, dalla poesia barocca ai romanzi di Philip Roth, attraverso esperienze artistiche totali, pittoriche (Caravaggio, Degas, Tolouse-Lautrec), musicali (Mahler) ecc. Si avanza da una dialettica (negativa) di sublime/umile sino a un'indifferenziazione ultramoderna, forse anche postmoderna. Questo volume vuole guidare il lettore attraverso una storia di tal genere, che è anche la sua storia.