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Il libro racconta i primi quarant'anni della vita di Camillo Benso, Conte di Cavour, la parte meno nota dell'esistenza del grande statista. E poco raccontata dagli storici che si sono concentrati soprattutto sugli anni della sua stagione politica. In realtà, Cavour in giovinezza fu imprenditore agricolo, viaggiò in Europa, amò diverse donne, già sposate, e una di queste, forse la più importante, la genovese Anna Giustiniani, arrivò al suicidio per lui. Cavour era figlio cadetto e, in quanto tale, non aveva diritto al patrimonio della sua ricchissima famiglia, destinato, secondo le usanze dell'epoca, al primogenito, il fratello Gustavo. Ma questa condizione di relativa indigenza - c'era comunque il sostegno economico del padre - fu determinante, lo spinse verso attività imprenditoriali in cui ebbe molto successo: l'amministrazione delle tenute di Grinzane (Cuneo) e di Leri (Vercelli), i concimi, le ferrovie. Modernizzò i metodi di produzione sia del vino che del riso.