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I due devastanti terremoti che colpirono la Calabria, il primo nel 1905 e il secondo nel 1908, posero ingenti problemi d'interventi di emergenza e di ricostruzione al governo italiano. I due terremoti devastarono il territorio in una fase nella quale la politica meridionalistica si avvaleva dello strumento della legislazione speciale, con competenza territoriale, per affrontare i temi cronici dell'arretratezza meridionale. Tuttavia, il paese si trovò senza strumenti adeguati ad affrontare una emergenza nazionale che aveva una formidabile portata civile. In questa ottica viene letta e ricostruita la politica governativa che ispira la legge per la Calabria del 1906 e l'Inchiesta che l'Istituto di Scienze sociali "Cesare Alfieri" promosse nel 1907 per accertare lo stato di degrado della Calabria dopo il terremoto. Di seguito, la terribile scossa che investì la Calabria meridionale e la parte nord orientale della Sicilia nel 1908, devastando Reggio Calabria e Messina con conseguenze in termini di annientamento di vite umane e di devastazione economica e sociale senza precedenti, impose al governo italiano di dotarsi di strumenti adeguati di intervento quale il Comitato centrale di soccorso per i danneggiamenti del terremoto della Calabria e della Sicilia. Anche l'Inchiesta coordinata dall'onorevole Faina sui contadini meridionali, in particolare quella guidata da Nitti sulla Calabria, fu ispirata e condizionata da queste tragedie collettive. Nel 1910 la nascita dell'Animi fu anch'essa riflesso di questi eventi