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Assunto centrale della "Questione ebraica" è la tesi che l'emancipazione politica degli ebrei nell'Europa ottocentesca fosse incompatibile con il mantenimento della presa esercitata dalla religione sulla vita pubblica e privata degli ebrei stessi e della loro controparte cristiana. Solo una società sciolta dalla religione avrebbe potuto assicurare uguaglianza ai suoi membri e farli valere in quanto uomini al di sopra delle rovine del sistema politico della Restaurazione. Solo grazie al progresso della coscienza religiosa culminante, oltre il cristianesimo, nell'ateismo proclamato dalla critica doveva ritenersi possibile il superamento dell'alienazione umana esemplificata dagli ebrei. Di qui la polemica, nel testo, contro ebrei riformatori e liberali cristiani incoerenti, persuasi di poter arrivare all'uguaglianza pur nella salvaguardia di identità religiose irriducibili. Di qui l'ambiguità dell'autore, sospeso a mezza via tra slancio emancipatorio universale e rinfocolamento di antichi pregiudizi teologici frammisti a svalutazione su base etnica. La "Questione ebraica" di Bruno Bauer, un controverso documento dei nodi problematici della teoria dei diritti universali dell'uomo.