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Tutte le democrazie, pur a diversi gradi, mostrano segni di crisi dovute alla tendenza regressiva del capitalismo di massa e sua speranza. I dati mostrano una tendenza alla polarizzazione sul piano della ricchezza socialmente diffusa e un aumento delle quantità di impoveriti e poveri. Tale situazione, al netto delle crisi e rimbalzi contingenti dell'economia tecnica, appare causata dall'inadeguatezza dei modelli nazionali. La configurazione con forti garanzie redistributive ha un peso che soffoca la creazione della ricchezza. Quella con insufficienza delle garanzie stesse per far accedere più individui alle opportunità economiche ha un difetto selettivo. L'ipotesi è che serva un'innovazione sul piano dei modelli nazionali di welfare. Inoltre, serve un'innovazione/strutturazione dell'architettura politica del mercato internazionale che permetta ad ogni singola nazione democratica di ottenere un plus di ricchezza dalla sua apertura economica e al complesso delle democrazie un equilibrio stabile. Il libro contiene proposte precise per tali innovazioni, in particolare: la transizione dal welfare redistributivo o da quello con garanzie insufficienti ad un nuovo tipo di "welfare di investimento" adattabile ad ogni nazione democratica e la formazione di un mercato globale ad integrazione crescente tra democrazie. Tale proposta di riforma sia interna sia internazionale delle nazioni del capitalismo democratico si basa su un nuovo principio/standard delle "sovranità convergenti e reciprocamente contributive". L'autore propone che tali innovazioni, calibrate sul piano del realismo (geo)politico, possano contribuire ad una strategia di riparazione del capitalismo democratico che ripristini la sua missione di ricchezza di massa progressiva, anche rafforzando le democrazie sfidate dal capitalismo autoritario.