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Sono tracciate le linee guida di una ricerca intorno all'opera di Henri Ey, nella quale è costruito e rielaborato il quadro teorico di una psico(pato)logia impiantata su una antropologia, ovvero l'organo-dinamismo dove il primo termine, più che una concezione organicistica, indica l'(auto)organizzazione dell'essere psichico, il secondo connota questo essere come essere diveniente, un essere eminentemente temporale. La tematizzazione del tempo è individuata come il filo conduttore che attraversa gran parte degli scritti eyani: dalla critica alle nozioni di acuto e cronico (non evolutivo, evolutivo, reversibile, irreversibile) che la psichiatria clinica adopera per classificare, descrivere i disordini mentali, alla determinazione dei modi (e dei gradi) di dissoluzione delle strutture (o articolazioni temporali) dell'essere cosciente (l'attualità dell'esperienza, il campo della coscienza, la formazione dell'Ego, la traiettoria esistenziale), i quali, nel costituire le differenti malattie mentali, contrassegnano un tempo indisponibile. In appendice è stato tradotto e curato uno scritto di Henri Ey, "Il problema dell'inconscio e la psicopatologia", in cui sono delineati gli assi tematici della sua produzione scientifica.