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All'inizio del Novecento i Monaci Cenobiti Camaldolesi, nonostante un passato di tutto rispetto, soprattutto in campo culturale, e un pontefice romano tratto dalle loro file nell'Ottocento, si presentano come un istituto numericamente ridotto e senza più nessuna significativa proposta culturale. Il libro ripercorre la storia degli ultimi due abbaziati durante i quali si accumula un crescente numero di problemi e tentativi di riforma e rilancio che non riescono a mutare il clima di sfiducia ormai serpeggiante tra un piccolo gruppo di monaci che, dopo il 1929, si opporrà sempre più decisamente all'abate generale Vincenzo Barbarossa. Una prima visita apostolica non porterà a nessun risultato, le incaute dimissioni del Barbarossa condurranno alla nomina del delegato apostolico Emanuele Caronti da parte della Santa Sede. Egli riterrà inutile ogni tentativo di aiuto straordinario e proporrà al card. Raffaello Carlo Rossi la soppressione della congregazione, decretata da Pio XI nel luglio 1935.