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Nel Regno di Napoli il restyling che, nel passaggio al secolo "lungo", i bilanci comunali conoscono, si traduce tra l'altro in un affinamento delle potenzialità interpretative di tale strumento contabile. Attraverso dunque una lente perfezionata, e avvalendosi di una vasta e inedita documentazione archivistica, il volume analizza il rinnovamento più generale che, per effetto dell'introduzione di un sistema statuale di concezione moderna come quello arrivato con la dinastia francese, il paese sperimenta nella prima metà dell'Ottocento. A tenere insieme i diversi piani di indagine che la fonte consente di praticare, e che permettono altrettanti percorsi trasversali, è il territorio. Così, l'analisi della presenza delle proprietà collettive in un'area peculiare del Regno, la Basilicata, si viene combinando con il processo di regionalizzazione che, avviato proprio a partire dall'esperienza di governo d'oltralpe, viene letto attraverso il caso di alcuni capoluoghi di provincia come di diversi centri minori. A emergere quelle che appaiono in più di un senso delle "storie meridionali" che, partendo dal piano delle cifre, finiscono in qualche modo col superarle, con l'andar oltre cioè, gettando in concreto una luce sulle forme assunte dalla costruzione del Mezzogiorno ottocentesco.