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La Costituzione è stata riformata molte volte, ma gli ultimi due tentativi si sono risolti in disastri. Sia la destra che la sinistra, nel 2006 e nel 2016, hanno subìto la bocciatura del referendum confermativo. Vuol dire che agli italiani piace la Costituzione che c'è? No, perché la critica è continua. E allora? Due volte è stato bocciato il medesimo errore-orrore: usare l'articolo 138 non per riformare, ma per riscrivere (o far credere che si stesse riscrivendo) la Costituzione. L'autore parte da qui per mostrarci una raffigurazione spietata di meritati insuccessi, attraverso i quali leggere la realtà italiana che viviamo. Lustri sprecati appresso a pretesi bonapartismi in miniatura, i cui effetti si vedono non solo nel logoramento istituzionale, ma si contabilizzano in un debito patologico, una crescita alla metà della media europea e una disoccupazione al doppio. Mentre questo accadeva l'Italia guadagnava posizioni nei commerci mondiali. I numeri dei diversi settori sono esemplari, raccontando di una potenza. Cosa, allora, porta a saldi contabili tanto deludenti? L'Italia che si è aperta, per vocazione o costrizione, corre alla grande. Quella che s'è chiusa e protetta sprofonda. E la seconda non solo è pesante, ma anche politicamente più rappresentata. Questo è l'assurdo.