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La Calabria ha conosciuto per troppo tempo, anche nel periodo più recente, una forma di stasi e di immobilismo che l'ha fatta andare indietro ma non c'è scritto da nessuna parte che il cambiamento non sia possibile anche a queste latitudini. In passato la Calabria è cambiata, e molto: se pensiamo alle condizioni dell'immediato secondo dopoguerra ad esempio. Ma oggi resta molto indietro, e non solo e non tanto perché tutti gli indicatori la danno in caduta. C'è una sostanziale debolezza delle classi dirigenti a tutti i livelli, una pochezza di ambizioni, visioni poco alte che hanno alla fine allargato una storica marginalità e perifericità anche in riferimento ad altre aree del sud Italia. Un solido terreno di cambiamenti è però presente da alcuni anni nello stesso gracile tessuto economico e molto si potrebbe fare in collegamento alle risorse naturali e turistiche se solo sfruttate meglio di quanto non lo siano oggi. Ma si tratta di esempi, di iniziative che non fanno rete. La rete, appunto. Questo appare il punto più debole su cui si dovrebbe lavorare di più e meglio. Creare cioè un tessuto connettivo in grado non solo di far dialogare tra di loro le mille esperienze positive che ci sono e che ogni giorno portano i loro sforzi a eccellere in campo nazionale e a volte anche internazionale. Un tessuto connettivo che tenga assieme e dia un segnale unitario (se non unico) di cambiamento già oggi in atto e che renda ancor più visibili gli atti concreti che non trovano invece una cornice entro cui essere calati e valorizzati appieno.