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Attraverso lo sguardo dell'autore, osservatore e protagonista al tempo stesso, rivive in queste pagine la Roma degli anni cinquanta e sessanta, con i suoi fermenti culturali e artistici, immortalata nel suo momento di massimo splendore e rievocata poi fino agli inizi del Duemila. È il racconto di quella stagione irripetibile che fu il secondo dopoguerra, con i caffè di via Veneto e di piazza del Popolo, salotti all'aperto e laboratori di idee, ritrovo di tanti attori, cineasti, pittori, scrittori e giornalisti. Russo ricorda le passeggiate con Carlo Levi, la frequentazione con Flaiano (di cui descrive ombrosità e passioni), le bizzarrie e il genio di Fellini (innamorato quanto lui della Roma del tempo). E poi ancora una galleria di personaggi che vanno da Maccari a Guttuso, da Moravia a Pasolini, dalla Magnani a Brancati ad altri ancora. La dolce vita romana ripercorsa non con rimpianto ma con nostalgia, sentimento che si addice a un periodo tanto ricco di vitalità e di personalità d'eccezione.