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Questo libro racconta la progressiva escalation della "teoria del gender", a partire dalla sua elaborazione, passando per la sua introduzione nei documenti ufficiali degli organismi internazionali e delle agenzie dell'ONU, per finire nelle agende politiche e nella stessa opinione pubblica dei Paesi occidentali. L'autrice sfata sistematicamente il grande equivoco che si nasconde dietro alla nozione di genere: "Molti sono convinti che genere significhi semplicemente 'maschio o femmina'. Si tratta invece della negazione di ogni differenza tra gli uomini e le donne". Ne deriva un quadro inquietante, in virtù del quale un autentico sconvolgimento culturale è stato reso possibile dall'azione simultanea e spesso coordinata di movimenti femministi radicali di ispirazione marxista, organizzazioni abortiste e gruppi che spingono per il controllo demografico. Nel dibattito pubblico si è così passati dalla battaglia per l'uguaglianza di genere a quella per il riconoscimento dei diritti sessuali e riproduttivi, alla ridefinizione del matrimonio in vista dell'equiparazione delle unioni omosessuali e della possibilità di adozione per le coppie dello stesso sesso. Temi attualissimi anche nelle scuole del nostro Paese, dove sono al centro di un confronto serrato che coinvolge genitori, educatori, attivisti e, troppo spesso, sedicenti esperti. In definitiva queste pagine sono anche una testimonianza diretta di una aggressione alla vita e alla famiglia condotta in nome di pseudo-teorie scientifiche e per promuovere gli interessi di lobby che agiscono spregiudicatamente con la compiacenza di media e intellettuali.