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Romanzo giocoso, parodico, rapsodico, popolaresco, "Omero al Faro" è un viaggio dall'infanzia alla giovinezza, alla vecchiaia, alla morte. Ma è anche un viaggio interiore sino all'approssimarsi dell'anima. Tutto si svolge al Faro. Anche Troia ed Itaca sono il Faro. Anche le storie di Ulisse ed il suo viaggio lo sono. Il Faro diventa Il luogo, scenario unico, centro del mondo, punto di partenza e di approdo. Omero, e in particolare Ulisse, sono il pretesto per una messa in scena corale, in chiave grottesca, talvolta da opera dei pupi, di una realtà volta a rappresentare il recente passato e il presente. Accanto a loro sfila una teoria di personaggi indimenticabili: zia Nina, vera ispiratrice dei poemi omerici; Fronziu e Milia, surreali protagonisti di spassose avventure; Donnacarmelina, scaltrissima commerciante; Pascaliufalignami, provetto cantastorie; le galline profetiche della 'zza Maria; i fieri ragazzini delle libere strade; Don Cicciu 'u bigliaddèri; Petru 'u giaddinaru; il macellaio Polifemo; suor Benedetta, ed altri ancora. Una scrittura densa di commistioni e richiami, la cui scansione temporale, propria delle narrazioni, è superata da improvvise infiorescenze animose. Un fantasioso ed esplosivo pastiche in una lingua che mescola e amalgama dialetto siciliano a idioma nazionale. La parola rocambolesca e dissacrante che, dopo aver cantato l'epopea della giovinezza, si stempera, alla fine, nel bisbiglio dei vecchi a cui rimangono solo le confidenze del mare.