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Adolf Hitler, il movimento nazionalsocialista, e il rapporto di questo con il bolscevismo sono qui rivisitati alla luce del pensiero delle emozioni. Attraverso la rilettura di "Essere e Tempo" di Martin Heidegger e approfondita ricognizione dell'opera di Ernst Nolte, si individua nella "paura" e, più in profondità, nella "angoscia" di fronte al "nulla" l'emozione fondamentale che improntò di sé quel movimento politico e un'intera epoca. Si coglie così lo stretto rapporto filosofico tra il pensiero di Heidegger e il nazionalsocialismo e il significato filosofico della guerra civile europea. Attraverso questa chiave si giunge a una comprensione originale del perché Hitler è ancora, per la Germania e per l'Europa, un "passato che non passa" e in quale senso l'Olocausto rappresenta davvero un crimine "unico" contro l'uomo. Prefazione di Ernst Nolte.