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Affidato all'oralità, e, dunque, al mutevole contesto, il canto tradizionale non è ripetibile, e ogni sua esecuzione è un unicum. Le varianti, attraverso cui si manifesta, denotano la sua fenomenicità, la sua spiccata capacità, cioè, di adeguarsi ad ambienti, persone e temperie storica, storicizzandosi in forme solo in apparenza diverse e autonome, dopo essersi fissato in modo unico nella memoria individuale e collettiva, da cui è all'ascolto restituito ogni volta trasformato. La ricerca in atto attesta la perdurante presenza del canto fra le cumunità calabresi, dove la parola cantata concorre ad animare un immenso e articolato universo sonoro, che scandisce, accompagna e sostiene la vita dell'uomo, veicolando messaggi fra persone e comunità, rifondando e tonificando il senso della comune appartenenza. In un tempo, in cui pare che dominino le immagini, e che la parola si rintani sempre più in risicati spazi comunicativi, s'innalza possente la voce, che, facendosi suono metodizzato, esalta la potenza comunicatrice, contestatrice e liberatrice della parola cantata, sua espressione suprema, con cui può esser detto ciò che è interdetto alla parola parlata o scritta, e a cui l'uomo, travolto dall'uragano planetario annientatore di culture e demolitore d'identità, ricorre per gridare al mondo la propria presenza. Registrati nell'arco di quarant'anni, nei diversi contesti geo-antropici, i brani, selezionati per i due CD allegati, vedono trascritti i soli testi preceduti da brevi introduzioni.