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La Calabria dei secoli XVI e XVII è identificabile appieno col senso più generale del corso della storia non solo del Mezzogiorno, ma addirittura di tutta l'Italia rinascimentale e post-rinascimentale. Vi si svolge, infatti, la stessa vicenda della grande fioritura economica, sociale, culturale del "lungo Cinquecento", comune un po' anche a tutto il contesto europeo e mediterraneo. Vi si svolge poi, però, anche la vicenda di una successiva "decadenza" che stronca definitivamente quelle prospettive e quegli accenni di sviluppi lasciando la regione in una condizione ancor più periferica e sottosviluppata che non all'inizio del periodo di espansione. E, ciò, beninteso, non contrapponendo il "sole" del Cinquecento alla buia "notte" del Seicento. Una storia di grande attrazione per la complessità dei motivi che vi ricorrono, ma anche una storia molto istruttiva sulla aleatorietà dei processi di sviluppo e sulla fatalità di ripiegamenti e involuzioni quando la spinta al movimento e al mutamento è soprattutto esterna e non trova risposte convenienti, o trova, invece, opposizioni e resistenze, in forze e impulsi endogeni.