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Il mondo del lavoro è sempre stato oggetto, in qualsiasi tempo, di forme di controllo. Quali fossero, come si modificassero, che fini avessero queste forme di controllo è l'oggetto dei saggi qui pubblicati, con uno sguardo comparativo sullo spazio europeo e una prospettiva di lungo periodo. L'attenzione muove dalle corporazioni di mestiere medievali e d'antico regime, e dagli apparati di para-polizia attivi al loro interno, impegnati nel controllo dei lavoranti e delle complesse procedure che regolavano la loro attività. Sempre relativamente all'antico regime vengono anche indagate le figure di magistrati o di esecutori attivi nel territorio con finalità di controllo esteso a molti ambiti della vita sociale: figure, queste, che naturalmente spingevano la loro indagine alle multiformi discipline del lavoro, sempre rigidamente e capillarmente regolamentato. Naturalmente trova spazio anche il controllo del lavoro relativo alla stagione industriale, sia nella classica prospettiva della repressione portata dallo stato liberal-borghese, attraverso le sue forze di polizia, sul mondo del lavoro e le sue organizzazioni, sia nella direzione, meno sondata, del ruolo di mediazione svolto dalla polizia ottocentesca, in difficoltà nell'applicare nella loro rigidità disposizioni di legge che faticavano a recepire le esigenze di un mondo del lavoro in rapidissima trasformazione.