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Il volume affronta la vicenda politica di Scipione Borghese, rampollo della nobile famiglia romana, deciso a farsi interprete del meglio della cultura politica democratica. Affascinato dal socialismo riformista, Borghese sarebbe poi entrato nel partito radicale, del quale sarebbe divenuto un autorevole esponente e dal quale sarebbe stato ripetutamente candidato tra il 1902 e il 1914. Letta attraverso la cartina al tornasole del sistema giolittiano, la "piccola" vicenda di Borghese si rivela sintomatica della condizione della democrazia italiana nel primo quindicennio del secolo XX: una democrazia "schiacciata" in un sistema polarizzato tra lo spazio legittimo del liberalismo e quello illegittimo delle forze antisistema. Inevitabilmente avviluppato dalle maglie del sistema giolìttiano, Borghese finirà con lo smarrire i capisaldi del proprio "democraticismo", fino a maturare una complessiva sfiducia nella politica e nella sua capacità di modificare le basi della società italiana.