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Gli abitanti del pianeta hanno raggiunto quota sette miliardi. Cresceremo ancora, ma la bomba demografica è ormai in via di disinnesco. Questo non significa che i problemi demografici siano completamenti risolti. Questioni cruciali che riguardano il delicato rapporto tra popolazione e sviluppo rimangono aperte. Dalla crescita della quantità è necessario passare alla qualità della crescita. Nelle aree più povere i risultati migliori si possono, infatti, ottenere favorendo l'investimento sulla «qualità» dei figli piuttosto che imponendo la riduzione della loro quantità. Questo vale anche per la crescente fascia di persone anziane nelle aree più sviluppate. La sempre maggiore quantità di vita vissuta dovrà soprattutto tradursi in qualità adeguata dì esistenza alle età avanzate. La stessa denatalità richiede di essere affrontata con approccio diverso. Sposarsi e avere figli non sono più sentite come tappe obbligate. Le donne vogliono sempre più scegliere liberamente, sia che questo significhi rimanere definitivamente single che farsi una famiglia con due o tre figli. Nelle società moderne è però il secondo comportamento, anche se più socialmente virtuoso, che rischia di trovare maggiore difficoltà a realizzarsi. Per conciliare scelte riproduttive e sviluppo occorre considerare i figli come un bene comune e favorire l'investimento sociale sulla qualità complessiva delle nuove generazioni.