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"Non ho mai amato la pluralità, ma ho sempre cercato il plurale, l'unità delle differenze, l'unità dei percorsi impossibili, il dialogo e l'ascolto delle diversità, lo spiazzamento degli orizzonti capovolti. Svelare la forma plurale della contemporaneità, la sua bellezza, la sua complessità, significa rivelare la potenza spirituale e umana che affonda nelle articolazioni delle identità, proiezione di un pensiero critico orientato a riaffermare l'utopia come valore fondante di una società". Così Fernando Miglietta svela in questo libro come ha scoperto "la forma plurale" della contemporaneità, il percorso di una nuova idea di futuro, la sua bellezza come entità e immagine emblematica di una cultura. Un inedito orizzonte della "trasversalità" e dell'articolazione multipla come "arte del costruire" e luogo di incontro, teorico e creativo, della pluralità dei linguaggi e delle culture che agitano oggi la contemporaneità e la globalità. E lo fa attraverso la rilettura del suo Cantiere critico: da Alessandro Mendini a Franco Purini, Paolo Portoghesi, Gillo Dorfles, Pierre Restany, Bruno Munari, Giulio Carlo Argan, Bruno Zevi, Arnaldo Bruschi, Enrico Crispolti, Renato Barilli, Achille Perilli, Nato Frascà, Eugenio Carmi, Luca M. Patella, Jean Marc Lamunière, a tanti altri, vecchi e nuovi illuminati compagni di viaggio, testimoni di un'affascinante avventura intellettuale e artistica di un singolare protagonista della cultura italiana.