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[...] Questo libro, che non è un saggio critico, con le immagini, i documenti e le testimonianze che riproduce, ha una sola ambizione: quella di offrire un'occasione, uno stimolo, per una rivalutazione del "personaggio" e dello scrittore ingiustamente messo in ombra e che nella sua opera maggiore, ."Storia dei fratelli Rupe", ha posto al centro e celebrato "quel tanto di gigantesco, di indomabile, di solenne, di impervio, di corrucciato, di antico, di sofferto che è nel paesaggio fisico e morale dei calabresi". Ma vuole essere anche l'omaggio all'uomo avventuroso e imprudente, portato, per indole e temperamento, nella scrittura come nella vita, a travalicare la misura, a rompere gli argini della contenutezza. È l'omaggio, insomma, ad un intellettuale che si è misurato con la realtà, con la storia, con la caparbia volontà di entrare nei processi che dominano l'una e l'altra. Tutto ciò ha costituito l'unità e la ricchezza della vita di Répaci e del suo lavoro dove decantano tutte le passioni, tutte le febbri, gli impeti, le istanze e tutte le delusioni cui inevitabilmente vanno incontro gli uomini come lui, aperti, generosi e leali.