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La giurisdizione evoca sempre e ovunque accesi dibattiti e aspri confronti. È la materia sempre ribollente dei diritti che in essa trova quotidiana declinazione a catturare l'attenzione dei cittadini e dell'opinione pubblica. In una terra come la Calabria, martoriata da una delle mafie più invasive e sanguinarie del mondo, dove le stesse ragioni del vivere insieme paiono spesso travolte dal degrado delle connessioni sociali, dall'inefficienza e, a volte, dall'inesistenza dei servizi e delle funzioni pubbliche, da una politica che conta record in ogni graduatoria sui livelli di illegalità nella gestione della cosa pubblica, la magistratura non vive certo in un'isola felice. In uffici spesso privi dei supporti materiali minimi per rendere un servizio adeguato, i magistrati si misurano ogni giorno con le domanda di giustizia e anche il sacrificio quotidiano di molti di loro, a volte accompagnato dall'esposizione a rischi per la propria incolumità personale, deve fare i conti, oltre che con leggi e regole processuali fonti esse stesse di inefficienza, con le incapacità organizzative di molti dirigenti, con aree di opacità e anche di collusione, con deficit di professionalità e casi di neghittosità.