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Protagonista di questo libro è il navalismo, un movimento culturale e politico che elaborò e propagandò il mito della "Grande Italia marittima" come chiave interpretativa e come modello di rappresentazione della nazione e del suo ruolo nel contesto internazionale. Se ne ricostruisce la storia a partire dall'evento "originario" dell'umiliante sconfitta navale di Lissa del 1866, attraverso le sue proteiformi manifestazioni dell'ultimo trentennio dell'Ottocento, per poi concentrare la narrazione sulla più importante esperienza associativa, la Lega navale italiana, di cui si seguono le vicende fino al primo conflitto mondiale. Con l'ausilio delle fonti d'archivio, della stampa e della letteratura dell'epoca si indagano i coefficienti che mutarono la stessa percezione del mare nel suo rapporto con il processo di nation building.